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Etica della chiodatura alpinistica in Val Gardena La Val Gardena gode di un` affermata storia alpinistica e ha avuto un ruolo di primo piano nell` esplorazione delle cime e pareti che la circondano. Da sempre si è cercato, mantenendo tradizione e stile, di rispettare itinerari classici e di compiere le imprese seguendo l` etica consolidatasi nel tempo. Facendo tesoro delle gesta di G. B. Vinatzer, autentico pioniere dell` arrampicata libera e seguendo il filone di Messner, i giovani scalatori gardenesi hanno continuato nello stesso stile compiendo dagli Anni Settanta in poi numerose prime ascensioni di notevoli difficoltà. Sono riusciti così nel loro intento di valorizzare le linee logiche offerte dalla natura verticale, facendo prevalentemente uso di protezioni mobili senza trapanare inutilmente e sistematicamente la roccia. Esaminando l` evoluzione dell` arrampicata dei nostri giorni, che si muove nelle più varie direzioni, da quella consumistica dei gradi da accumulare, del fascino della presa più piccola, a quella della sua dimensione spirituale, gli scalatori della valle hanno deciso di incontrarsi per riflettere e discutere sul futuro della montagna. Le varie associazioni alpinistiche locali (Gruppo Alpinisti Gardenesi, Corpo Nazionale Soccorso Alpino Val Gardena, Catores, Associazione Guide Alpine Val Gardena, Gruppo Guide Alpine Catores) si sono riunite in assemblea per trattare la questione dell’ etica alpinistica in generale e dello stile adottato nell’ apertura di itinerari nuovi in zona. Sono giunte a delle conclusioni molto intuitive e semplici:
Per chi vuole dedicarsi all’ arrampicata sportiva, la Val Gardena offre determinate zone attrezzate adeguatamente (Cansla, Frea, Busc dl Preve sono esempi). Facendo riferimento alle Tavole di Courmayeur, al documento del Club Alpino Accademico Italiano riguardante l’etica dell’arrampicata, alla recente dichiarazione "Tirol Deklaration" delle associazioni alpine di Germania, Austria e Alto Adige in collaborazione con l’UIAA, al progetto “Mountain Wilderness Svizzera” vorremmo fare un appello a tutti gli scalatori di qualsiasi livello ed ideologia di associarsi alle nostre idee. Esse non sono intese come una restrizione, ma come forma d’espressione di maggior libertà, lasciando più spazio alla creatività di ogni arrampicatore che potrà così continuare la sua personale esplorazione (simile a quella dei primi salitori) in un ambiente di unica e naturale bellezza. Val Gardena, autunno 2003 Firmato: • per i Catores: Hubert Moroder; • per il Gruppo Alpinisti Gardenesi: Andreas Anvidalfarei, David Demetz, Willy Comploj, Benno Vinatzer, Veronika Schrott; • per l’Associazione Guide Alpine Val Gardena: Reinhard Senoner; • per il Gruppo Guide Alpine Catores: Stefan Stuflesser; • per il Corpo Nazionale Soccorso Alpino Val Gardena: Adam Holzknecht; • Othmar Prinoth (Presidente Collegio Guide Alpine Alto Adige); • Tullio Mussner (Presidente della Lia Mont Gherdëina); • Manuel Runggaldier (Presidente CAI - sezione Val Gardena); • Monika Insam (Presidente AVS - sezione Val Gardena); • Ivo Rabanser; • Manfred Stuffer. VAL GARDENA “TERRAIN D’AVENTURE”? • le vie d’arrampicata esistenti devono mantenere il loro valore alpinistico e carattere originale • esistono splendide zone preparate per l’arrampicata sportiva (con itinerari anche a più tiri) • nuovi itinerari in ambiente alpino vengono aperti dal basso (facendo prevalentemente uso di protezioni mobili), nel rispetto dell’etica locale Download: Testo tratto dal sito / Text aus www.planetmountain.com veröffentlicht von ala Forum
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